L'oro e l'obiettivo di una protezione
Data: giovedì 27 ottobre 2022

Cari lettori di Numismatica Ranieri, all’interno di questo articolo del blog vi parleremo dell'oro e l'obiettivo di una protezione del vostro patrimonio successivamente ad un investimento di questo genere. Dopo avervi parlato della storia relativa all'oro della Banca d'Italia, proseguiamo l'analisi inerente il valore dell'oro e gli investimenti in questo mercato. Per scoprire le quotazione attuali delle monete in oro da investimento gestite da Numismatica Ranieri, vi consigliamo di controllare le valutazioni aggiornate quotidianamente. Buona lettura.


L’oro e l’obiettivo di una protezione

L’inizio del nuovo millennio sui mercati finanziari sarà ricordato come quello del rally delle commodity. Simbolo di questa cavalcata dell’oro. Dopo essere stato dimenticato, sostanzialmente per un ventennio, vale a dire dagli inizi degli anni 80 fino alla fine degli 90, l’oro torna prepotentemente sulla scena dopo il 2000. Non bisogna dimenticare che sempre nel 2001 le quotazioni del metallo giallo stazionavano intorno a 250 dollari l’oncia, la metà di quanto valevano venti anni prima. Ma a partire dal 2001 inizia la grande rincorsa che esattamente in 10 anni porterà l’oro ad arrivare poco sopra i 1.900 dollari l’oncia: in quel decennio è stata la migliore asset class prendendo i rendimenti annualizzati.


Cosa impatta sul prezzo

Cosa ha scatenato questo movimento? Dopo due decenni di oblio è sicuramente partito un nuovo ciclo sui mercati delle commodity. Non è un caso che tutto questo sia iniziato dopo lo scoppio della bolla internet e il crollo delle azioni tra il 2000 e il 2001. In particolare se prendiamo ad esempio il rendimento del Treasury decennale USA in quegli anni (superiore al 5%) e lo confrontiamo al 2% di oggi vediamo come i rendimenti hanno avuto una nettissima parabola discendente di riflesso a politiche monetarie sempre più espansive. Questo è stato il principale propellente per le commodity ed in particolare per l’oro.

Il metallo giallo è un asset reale e non paga dividendi, ma diventa attraente quando il panorama dei tassi reali si comprime fortemente e questo è quanto accaduto almeno fino al 2013 quando l’oro tutto sommato ha tenuto le posizioni. La prospettiva di bassi tassi di interesse e di rendimenti compressi negli Stati Uniti indeboliscono anche il biglietto verde.

Il dollar index, che sintetizza il valore del dollaro rispetto a tutte le altre valute, tra il 2000 e il 2002 veniva scambiato in area 120 punti mentre ancora nel 2013 si muoveva intorno a 80. Una perdita secca di valore del 35 % che ha dato spinta agli acquisti di oro.

Storicamente la correlazione inversa tra oro e dollaro è una di quelle che funziona meglio: sale l’uno e scende l’altro e viceversa. Questo si spiega con il fatto che l’oro come quasi tutte le commodity è quotato in dollari. Se il dollaro sale ho minore necessità come investitore di comprare oro in quanto lo strumento che ho in mano si rivaluta.

Al contrario se il dollaro scende ho bisogno di comprare più oro in quanto lo strumento che ho in mano si rivaluta. Al contrario se il dollaro scende ho bisogno di comprare più oro per difendermi dalla svalutazione e mantenere intatto il mio potere d’acquisto.


Il fixing

L’oro viene scambiato su un mercato spot e sul mercato dei derivati. Il mercato spot dell’oro è il mercato nel quale si compravende oro fisico con transazione pressoché immediata.

E’ una rete di professionisti che partecipano alla compravendita di metalli preziosi. Il mercato dei derivati si concretizza principalmente nei future, che sono contratti a termine con scadenze prestabilite. Vengono scambiati sulle principali piazze finanziarie, New York ad esempio, ma grazie alle piattaforme elettroniche è un mercato aperto 24 ore al giorno. C’è comunque l’esigenza da parte degli addetti ai lavori di avere dei prezzi certi durante la giornata e a questo risponde il fixing.

Il fixing non è più il rituale di un tempo, quando un piccolo gruppo di banchieri si riuniva due volte al giorno tra le pareti di legno di un ufficio della N. M. Rothshild & Sons, alzando bandierine britanniche per approvare quello che ritenevano fosse il “giusto prezzo” dell’oro. Dieci anni fa le discussioni erano già migrate sulla linea telefonica. E dal marzo del 2015, travolto dai sospetti di manipolazione , il fixing è diventato il frutto di contrattazioni reali, su una piattaforma elettronica gestita da Ice Benchmark Aministration (Iba) e strettamente vigilata dall’autorità di mercato britannica, la Fca.

Il meccanismo resta comunque tuttora in mano a pochi istituti. Il fixing viene fissato due volte al giorno per avere valori di riferimento accettati dalla comunità finanziaria internazionale. Il nuovo benchmark, l’Lbma Gold Price, è frutto di un’asta elettronica, con ordini bid e ask, per giungere a un prezzo di equilibrio, sia in dollari che in euro e in sterline.


La domanda di oro

Nel 2015 sono state richieste a livello globale 4.212 tonnellate di oro, circa la metà della domanda globale riguarda la gioielleria (2.414 tonnellate). Cina e India sono due dei mercati più importati nel mondo e le notizie che riguardano i consumi di questi due colossi impattano sui prezzi. Il secondo capitolo più importante nel campo della domanda in oro è quello degli investimenti (878 tonnellate) grazie soprattutto alla domanda di lingotti e di oro fisico da investimento legato al mondo degli Etf/Etc. Il peso della finanziarizzazione è forte creando un circolo che si autoalimenta: più sale il prezzo dell’oro, più aumenta la domanda Etf/Etc e viceversa.

La terza voce infine è rappresentata dalle banche centrali, come anticipato, con una domanda di poco inferiore alle 600 tonnellate: si tratta di una voce stabile nel 2015 e in ripresa rispetto agli anni precedenti. Infine c’è una quarta e ultima voce per la domanda di oro e si tratta della tecnologia (330 tonnellate): il metallo giallo ha infatti significativi utilizzi in campo industriale e soprattutto nell’elettronica.


Il ruolo di bene rifugio

L’oro viene associato, come una sorta di riflesso incondizionato, al bene rifugio per eccellenza. Quello strumento che protegge quando ci sono le turbolenze. Storicamente è vero: anche all’inizio di quest’anno con le turbolenze sui mercati azionari l’oro è stata la miglior asset class nel primo trimestre. Oppure basti pensare all’estate del 2011, quando sull’onda della crisi del debito nel Vecchio Continente, il metallo giallo toccò il suo massimo storico.

L’andamento dell’oro è in parte spiegato dagli stessi fattori che determinano l’andamento del prezzo delle altre materie prime (domanda, offerta, caratteristiche del ciclo di produzione ed estrazione, livello delle scorte, fasi del ciclo economico e in particolare dei settori industriali che utilizzano l’oro all’interno del ciclo produttivo). Ma l’oro non è solo una materia prima, in quanto fin dall’antichità svolge anche il ruolo di moneta ante litteram e, in particolari fasi dell’economia e dei mercati finanziari, quello di bene rifugio.

Quello che emerge è quindi uno strumento complesso che risponde a molte variabili e che comunque continua a rappresentare una sorta di termometro degli umori a livello internazionale. Nel campo degli investimenti oramai la presenza di oro in portafoglio è diventato un fattore consolidato anche trai piccoli risparmiatori: negli ultimi anni, con il massiccio intervento delle banche centrali sul mercato, è stata una delle poche asset class correlate rispetto ai valori “gonfiati” di azioni e bond. Nelle fasi di turbolenza ha svolto la propria funzione di riparo e molti consulenti propongono ai clienti di inserirne una quota marginale in portafoglio.

E’ uno strumento verso il quale ci si può esporre in molti modi: acquistando direttamente la materia prima, attraverso lingotti e monete o con gli Etc (cloni che replicano il valore del metallo sottostante), oppure acquistando fondi azionari o titoli azionari legati all’estrazione e alla produzione di oro. In quest’ultimo caso i prezzi dei titoli azionari tendono ad amplificare al rialzo o al ribasso la dinamica della materia prima.

Non bisogna poi dimenticare che l’oro è quotato in dollari e le più grandi società quotate fanno parte dell’area extra-euro: l’effetto valuta è quindi molto importante su questo investimento.

 

Conclusioni

Sperando che questo articolo dedicato a scoprire maggiori dettagli in merito all'oro e l'obiettivo di una protezione stato di vostro interesse, restiamo in attesa delle vostre opinioni.

Potete farci sapere cosa ne pensate o inviarci altri consigli attraverso lo spazio commenti riservato o attraverso la pagina contatti. Inoltre per dubbi o curiosità vi invitiamo a visitare la relativa sezione contatti del nostro sito web.

Per qualsiasi informazione o maggiori dettagli il nostro indirizzo email è il seguente: info@numismaticaranieri.it

Alla prossima con le migliori news relative al mondo della numismatica.

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