Gli annali della Zecca del 1868
Data: giovedì 23 marzo 2023

Cari lettori di Numismatica Ranieri nell'articolo odierno andremo a parlarvi degli annali della Zecca 1868 che proseguono la nostra analisi dedicata iniziata con i precedenti articoli: gli annali 1861 e gli annali del 1866 e infine gli annali della zecca del 1867.


Gli annali della Zecca del 1868

Nel tardo 1867 gli avvenimenti sulla questione romana ed i negoziati intrapresi per assicurare la pace in Europa di politica monetaria, per cui furono adottati dei provvedimenti allo scopo di migliorare la circolazione metallica, già tanto carente per il regime del corso forzoso della cartamoneta emessa dalla Banca Nazionale (nel regno) che, a detta del ministro delle Finanze nei discorsi alla Camera del 5 e 6 marzo 1868, aveva aumentato la sua circolazione di ben 719 milioni di lire.Di conseguenza, il 18 febbraio il governo avanzò una proposta di legge per l'abolizione del corso forzoso, provocando una lunga discussione alla Camera culminata il 10 marzo con la nomina di una Commissione d'inchiesta che condannò la politica monetaria del governo nella Relazione del 28 novembre, così articolata: «Sappiamo benissimo come puranco insigm amici di libertà economiche vorrebbero distinta la emissione dei biglietti dalle altre operazioni bancarie: e mentre le operazioni bancarie le considerano libere come ogni industria, giudicano l'emissione dei biglietti come una concessione che deve emanare dallo Stato; e quindi, acconsentendo che le prime debbano regolarsi coi principii generali del diritto commerciale, vorrebbero regolata la seconda dalle leggi che reggono la fabbricazione della moneta. E non solo considerano distinta l'emissione dei biglietti dalle operazioni bancarie, ma stimano i limiti, le restrizioni, le cautele, che l'emissione dei biglietti trova in sé stessa o nelle leggi, non avere punto né poca attinenza con un accrescimento sempre maggiore delle altre operazioni di credito (…). Il biglietto, ad ogni modo, è pur sempre in sì stesso una promessa di pagamento (…). Chi può che l’emissione dei biglietti non sia per banchi un mezzo potente con cui alimentano le alter loro operazioni ? E’ vero che, in causa di un maggior perfezionamento degli altri congegni di credito, va sempre più diminuendo, nonchè la circolazione metallica, la stessa circolazione dei biglietti.”. Per concludere, la Commissione espose la sua preferenza per un sistema bancario basato sulla pluralità degli istituti di emissione, da attuarsi alla fine del corso forzoso; invitò il governo a presentare, entro il primo quadrimestre del 1869, un progetto di legge, in tal senso.

Ma già si ventilava la convinzione che il corso legale della moneta sarebbe stato ripristinato entro la fine del corrente anno, per cui il Parlamento emanò la Legge n. 4474 del 7 luglio 1868 di ratifica del citato decreto n. 3969 del 1867, che diede l'avvio alla coniazione di monete di bronzo per 20 milioni di lire, anche se agitazioni popolari in merito all'introduzione della tassa sul macinato (che già aveva provocato la caduta di precedenti governi) avevano fatto passare in seconda istanza la questione monetaria sul corso forzoso.

La coniazione di monete fu, pertanto, sostenuta perché si diede luogo al completamento del contingente di 20 milioni di lire per le seguenti emissioni (delle quali L. 41.000 già anticipate nel precedente anno) datate 1867:

  • Cent. 10x 150 milioni di esemplari (Torino, Napoli, Birmingham, Strasburgo e Bruxelles).
  • Cent. 5 x n. 70 milioni di esemplari(Milano e Napoli).
  • Cent. 2 x n. 50 milioni di esemplari(Torino e Milano).
  • Cent. 1x n. 50 milioni di esemplari (Torino e Milano).

Ancora, dalla Zecca di Torino, si aggiunga la coniazione di n. 340.397 esemplari della moneta di L. 20 per supplire la carenza di cartamoneta di taglio omologo, anche se si poté constatare, a fine d'anno, che la giacenza di banconote di L. 20 era quasi identica a quella del precedente anno (l .207.807 contro 1.204.715 di esemplari. Intanto, la carenza del circolante e la necessità di istituire ulteriori biglietti fiduciari abusivi, indusse alcuni istituti bancari a creare l'insolito taglio di Centesimi venti. Un manifesto, sotto forma di «avviso» alla clientela da parte della Banca Popolare di Faenza, datata 24 febbraio 1868, reso pubblico ai soci, così recitava: «Il piccolo commercio di questa Piazza ha fatto replicatamente sentire a questo Ufficio, come dopo l'emissione Boni di Cent. 50, e di Cent. 75 si renda necessaria anche quella di altri da Cent. 20 per togliere veramente l'aggiottaggio sulla moneta di Bronzo, il che solo può ottenersi quando si abbia dai venditori il come dare i resti...» (si omette la chiara conclusione).

L'avviso ribadiva, nella parte conclusiva, i «vantaggi» della circolazione fiduciaria (abusiva): «1) Ribasso dell'aggio delle monete di bronzo. 2) Comodo ai compratori di pagare senza perdita, o con molto minore i generi di poco costo. 3) Freno all'aggiotaggio sulla moneta di bronzo. 4) Facilità alla Banca di accrescere le sovvenzioni in proporzione della fiducia, che verrà accordata ai suoi Boni. Prosperità sempre crescente della medesima, ed utile perciò maggiore del Popolo, che ne è il principale elemento».

Seguiamo ora una serie di provvedimenti in materia cartamoneta. La Camera, nella seduta del 23 giugno 1868, votò un decreto per la creazione di Buoni agrari pagabili a vista, considerati dei veri buoni al portatore per investimenti in agricoltura. Il decreto previde, in proposito, la creazione di una Commissione che elabori tale possibilità e la necessità di far votare dal Parlamento una legge «che ne determini le condizioni né più né meno come la legge determina le condizioni di ogni atto della vita sociale» (la legge fu varata il 21 giugno 1869 col n. 5160); in proposito il De Mattia, nei bilanci della Banca d'Italia, enuclea i buoni agrari fra la «circolazione cartacea abusiva» , pur indicando gli estremi della legge che li aveva istituiti al di fuori delle emittenze da parte degli istituti di emissione noti. Tale emittenze inizieranno con il mese di agosto 1870.

Sulla circolazione cartamonetaria da parte della Banca Nazionale si segnala una serie di provvedimenti; il 6 marzo, il D.M. n. 4282 aumento l'emissione di n. 4 milioni di biglietti di L. 10 da parte della B.N.R.I. coi segni (nuovo tipo) di cui al D.M. n. 3428 del 18 dicembre 1866. L'emissione porta la data di «Creazione del 24 gennaio 1868» e si differenzia dalle emissioni del 1866 nel numerario che è di millimetri 16 x 4 e nella colorazione del fondo che è bistro chiaro; D.M.n.4373 del 10 maggio: aumentò di 25 milioni di esemplari I'emissione di cartamoneta di L. 2 a cura della B. N. R.I. portando, quindi, il contingente nei limiti previsti dal D.M. n. 3654 del 26 aprile 1867.

In data 22 luglio, da parte della B .N .S .S. si evidenziano creazioni di banconote da L. 100 e 1000 sostenute da ulteriori quantitativi della B .N .R .I. di L. 25 (ultima emissione) e di L. 1.000.

Per quanto concerne il taglio di L. 5 della B.N.R.I., già creato con l'emissione del 30 ottobre 1867, il D.M. n. 4543 del 4 settembre 1868 dispose le seguenti caratteristiche: effigi di Cavour e di Colombo, oltre ai due busti frontali dell'Italia turrita (tutti i medaglioni); dalla parte del rovescio una figura miliebre diademata raffigurante l'Italia e la data di creazione. Il biglietto fu stampato a New York dalla A.B.N.C. in 10 milioni di esemplari, cioè quanti erano i biglietti già emessi dal D.M. 2 settembre 1966, n. 3200. da sostituire dei quali il ritiro sarà fissato al 10 gennaio 1869 dal R.D. n. 4730 del 6 dicembre 1868. Poiché dai dati ufficiali risulta che alla fine del 1868 la circolazione di detti biglietti era di n. 11.235.145 esemplari cioè inferiore a quella accertata alla fine del precedente anno in n. 14.659.192, è improbabile l'esistenza di una datazione di biglietti 4 settembre 1868, cioè rispondente a quella citata dal D.M. n. 4543, che ne fissò solo le caratteristiche su proposta del Consiglio Superiore dellaB.N.R.I. del 22 luglio 1868 e di cui alla precedente Creazione decisa il 30 ottobre 1867.

Una serie di provvedimenti in campo monetario si è avuta il 3 settembre:

  • Legge n. 4572. Emissione di monete divisionarie d'argento per 15 milioni di lire in lega riformata 835/ 1000, in aggiunta a quella prevista dalla Legge n. 3087 del 21 luglio 1866 (non si conoscono coniazioni successive al 1867 se non quelle di L. 5 in lega emesse da privati) per effetto delle aumentate necessità relative all'annessione del Veneto.

L'emissione sarà integrata dal R.D. n. 4632 del successivo 24 settembre 1868;

  • R.D. n. 4573 estensiva nelle province annesse della normativa monetaria di cui alla Legge n. 788 del 24 maggio 1862:
  • Legge n. 4579 del 3 settembre, su proposta della Commissione parlamentare d'inchiesta sul corso forzoso,

dispose il ritiro dalla circolazione di ben 750 milioni di biglietti già emessi dalla B.N.R.I. (e della B.N.S.S.) e l'emissione di biglietti al portatore di L. 1 per l'importo di 6 milioni di lire «a corso legale in tutto il Regno ed inconvertibili sino alla cessazione del corso forzoso dei biglietti di banca», da parte dei sei istituti d'emissione, per eliminare la circolazione dei fiduciari di pari taglio. La legge fu criticata dall'onorevole Luzzatti che, in una relazione, tenne a precisare: «Il tema della circolazione dei piccoli biglietti fiduciari, emessi da privati e istituti non legalmente autorizzati a siffatta operazione, involge gravi e delicate questioni di economia e di morale pubblica...

Si è cercato, con detta Legge, di escludere indirettamente dal mercato questa specie di biglietti, accordando agli istituti legalmente riconosciuti la facoltà di emettere sei milioni di biglietti da una lira; ma fu provvedimento insufficiente, perché sei milioni non potevano bastare, e il minor taglio adottato era ancora troppo alto; e perciò i biglietti non autorizzati continuarono a rimanere nella circolazione, e solo scemarono quelli da una lira, mentre crescevano, per le maggiori richieste del mercato, quelli da mezza lira».

Altri provvedimenti legislativi, sempre in tema monetario, sono:

  • R.D. n. 4604 del 17 settembre per la cessazione dal corso legale, nelle province venete e mantovane, delle monete di conio austriaco non decimale d'argento e di eroso misto. È allegata tabella di ragguaglio per il cambio con la valuta italiana;
  • R.D. n. 4603 del 17 settembre di cessazione del corso legale della monetazione d'argento coniata col titolo
  • 900/ 1000 (eccetto gli scudi d'emittenza privatistica), nonché il ritiro di 22 milioni di pezzi del taglio di cent. 50. Prorogato dal R.D. n. 1485 dell'8 luglio 1883;
  • R.D. n. 4604 del 17 settembre di cessazione , nelle province mantovane e venete, delle monete di rame di conio austriaco;
  • R.D. n. 4632 del 24 settembre di ripartizione della coniazione di 141 milioni di monete stabilita dalla Convenzione monetaria internazionale del 23 dicembre 1865 e dei 15 milioni di quella di cui all'art. 1 della Legge n. 4572 del 3 novembre 1865, distinta in 50 milioni per la moneta di L. 2, in L. 70 milioni per L. 1, in L. 49 milioni per cent. 50 e 7 milioni per cent. 20;
  • R.D. 4687 dell'8 novembre 1868 di presa d'atto di rinuncia da parte della Banca Nazionale Toscana e della Banca Nazionale Toscana di Credito alla partecipazione nel riparto di 6 milioni di biglietti al portatore da una lira (Legge 4579 del 3 settembre 1868); le emissioni di questo taglio saranno effettuate dalla B .N. R .I. per n. 4 milioni di esemplari con Creazione 20 gennaio 1869, nonché dal Banco di Napoli per n. 1 esemplari e dal Banco di Sicilia per n. 500.000 esemplari. I biglietti dei due banchi meridionali sono datati 3 settembre 1868, ma emessi, come quelli della B.N .R .I. nel successivo anno con le caratteristiche, forme e distintivi di cui al D.M. n. 4852 del 1869. Il decreto n. 4687 precisò ancora che i biglietti dei banchi meridionali faranno parte della massa dalle fedi di credito e polizze in circolazione, «aventi corso obbligatorio indistintamente in tutte le province del Regno ed inconvertibili fino alla cessazione del corso forzoso dei biglietti bancari»: per il Banco di Sicilia la stampa doveva avvenire a Palermo presso lo Stabilimento Litografico Visconti & Huber, mentre l'apposizione del sigillo e la numerazione con doppia cifra dovevano essere effettuate a secco dalla Bradbury Wilknson & C. di Londra; per il Banco di Napoli provvederà il D.M. n. 5269 del successivo anno sulle nuove norme della numerazione.
  • R.D. 4725 del 29 novembre, col quale si autorizzò la Banca Nazionale Toscana ad aumentare di 8.000 esemplari i biglietti di L. 500 in sostituzione di 4.000 pezzi del taglio di L. 1.000 (la cui cessazione dal corso legale era prevista con effetto dal 1° gennaio 1869), di cui n. 3.200 esemplari nel corrente anno e n. 4.800 nel 1869;
  • R.D. 4730 del 6 dicembre 1868 per la cessazione del corso obbligatorio dei biglietti di L. 5 — tipo provvisorio — a partire dal 10 gennaio 1869, emessi a norma del D.M. n. 3200 del 2 settembre 1866.

Per la Banca Toscana di Credito segnala la prima emissione dei tagli di buoni di L. 500 datati 20 giugno 1866 (Decreto n. 2880 di pari data) per iniziali n. 600 esemplari sui 6.000 autorizzati; il contingente sarà portato a termine nel 1873.

In quanto alla circolazione monetaria, nel 1868 vi furono coniazioni d'oro per L. 6.808.000, d'argento si per L. 1 .252.000, di bronzo per L. 19.959.000; per la cartacea un circolante dei cinque istituti d'emissione di cui L. 866.518.000: si aggiunga la fiduciaria per 18 milioni, di cui 5 emessi da enti e privati.

 

Conclusioni

Sperando che questo articolo dedicato dedicato a scoprire gli annali della zecca 1868 sia stato di vostro interesse, restiamo in attesa delle vostre opinioni.

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