VITTORIA - Federico II di Svevia, Imperatore e Re d’Italia, 1220-1250. - Denaro scodellato, o Vittorino.

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VITTORIA - Federico II di Svevia, Imperatore e Re d’Italia, 1220-1250. - Denaro scodellato, o Vittorino.
ASTA BATTUTA n. 17 - 28 e 29 Ottobre 2022 - Lotto 866
VITTORIA
Federico II di Svevia, Imperatore e Re d’Italia, 1220-1250. Denaro scodellato, o Vittorino.
Ag gr. 0,76
Dr. FED / ROMA / RVM. Iscrizione disposta su tre righe. Rv. S VICTORIS. Le lettere I P R T disposte attorno a globetto centrale.
CNI 1/10; MIR 1362.

Estremamente Raro. MB/BB

Provenienza: Varesi Asta n. 68 (13-05-2016), lotto n. 552.Il cosiddetto vittorino scodellato è senz'altro una delle monete più rare e più ricercate dai collezionisti tra quelle emesse nel XIII secolo. Rimasto sconosciuto fino al 1843, quando fu pubblicato da Bernard Koehne per la prima volta, esso fu immediatamente identificato nella moneta citata nella Cronica di fra' Salimbene de Adam, nel passo in cui egli descrive le emissioni monetarie volute da Federico II di Svevia durante l’assedio della città di Parma (tra la fine del luglio 1247 e il 18 febbraio 1248). Secondo il disegno del re Svevo Parma doveva essere presa e rasa al suolo e al suo posto sarebbe dovuta sorgere una nuova città di fondazione imperiale, Vittoria. Fece pertanto accerchiare la città e distruggere il territorio circostante e nell’autunno del 1247, nella località La Grola poco distante da Parma fece erigere un accampamento fortificato dal quale sarebbe nato il nuovo centro. La vita del castro fu molto breve: nel 18 febbraio del 1248 i parmigiani irruppero e lo bruciarono dopo averlo devastato.Cosi Salimbene descrive la Fondazione della città di Vittoria: “ intanto l’imperatore infiamato d’ira e fuor di sè per quanto gli era capitato venne a Parma e nel paese di Grola -nel quale ci sono moltissime vigne, e il vino ci viene buono; e si, il vino di quella zona è ottimo - fece sorgere una città con vasti fossati attorno, che per di più - a presagio dei futuri eventi - chiamò Vittoria, e le monete coniatevi si chiamarono vittorini e la chiesa maggiore [egli la dedicò a] san Vittorio. E in quel luogo si accampò Federico col suo esercito e re Enzo con l’esercito dei Cremonesi”.Nonostante la natura provvisoria e di avamposto militare la città ebbè in qualità di residenza imperiale una zecca emittente e coniò le sue monete. Se fino a pochi decenni fa l’dentificazione delle monete citate dal Salimbene con i denari scodellati con al dritto S VICTORIS (San Vittorio, il santo eponimo della città e al quale fu dedicate la chiesa sorta nel campo imperiale) fosse ritenuta certa, essa è stata messa in dubbio sia da Lucia Travaini (v. L. Travaini, Un grosso federiciano di zecca incerta: Vittoria 1247?, in RASSMI 43-44 (1989), pp. 137-142) che da Marco Bazzini (M. BAZZINI, OTTENIO 2002, Il vittorino “di Parma”: quale moneta?”, in RIN103(2002), pp. 129-180. Secondo gli studiosi succitati i denari della città di Vittoria sarebbero da identificare con dei denari grossi piani dal valore di quattro denari con l’effigie e il nome di Federico II. Se il denaro Vittorino fosse realmente la moneta dell’assedio di Parma si tratterebbe dell’unica testimonianza materiale a nostra disposizione dell’evento bellico che suscitò tanto stupore tra i contemporanei.Si rimanda a un bellissimo articolo comparso sulla RIN vol. CIII del 2002 a cura di Marco Bazzini e Luca Ottenio per una più esaustiva disamina.
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