NAPOLI - Carlo I d’Angiò, Re di Napoli 1266-1285. - Saluto d'oro.

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NAPOLI - Carlo I d’Angiò, Re di Napoli 1266-1285. - Saluto d'oro.
ASTA BATTUTA n. 17 - 28 e 29 Ottobre 2022 - Lotto 534
NAPOLI
Carlo I d’Angiò, Re di Napoli 1266-1285. Saluto d'oro.
Au gr. 4,19
Dr. KAROL' DEI GRA IERL M SICILIE REX. Stemma a cuore, bipartito di Gerusalemme e d'Angiò, sormontato da mezza luna tra due stelle. Rv. AVE GRACIA PLENA DOMINVS TECUM. L'annunciazione della Vergine; al centro, una pianta di giglio.
CNI 1; Pannuti Riccio 1; MIR 18; Fried. 808.

Proveniente da montatura. Bel BB

L’Annunciazione, tra le figure vaso di giglio; l’Arcangelo reca nella d. un ramo di melograno, simbolo di fertilità. Entrambi i sovrani nutrivano una particolare devozione per la Madonna, particolarmente il primo che alla Vergine dedicò la chiesa edificata sul luogo che lo aveva visto vincitore su Corradino. Le monete furono battute in Castel dell’Ovo, allora Castel Capuano con personale fatto venire dalle zecche di Brindisi e Messina. Per evitare la frode della doratura delle monete d’argento, le monete d’oro furono battute ad un diametro più piccolo e con ornamenti in più al dr. attorno allo stemma Anjou impalato a Jerusalem. Le monete d’oro avevano la stessa bontà del fiorino ma contenevano meno oro del reale ed inoltre il loro peso fu diminuito di 6 trappesi dovendo avere il valore dell’augustale. Chi si rifiutava di riceverli o spenderli veniva punito con la marchiatura in viso di una moneta rovente (Grieson-Travaini 1988, p. 206). Il carlino d’argento (un quindicesimo di quello d’oro il valore) fu la prima grande moneta d’argento dell’Italia a sud di Roma.
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