VENEZIA - Alvise I Mocenigo Doge LXXXV, 1570-1577. - Osella anno VII, 1576.

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VENEZIA - Alvise I Mocenigo Doge LXXXV, 1570-1577. - Osella anno VII, 1576.
ASTA BATTUTA n. 4 - 26 e 27 Ottobre 2012 - Lotto 1482
VENEZIA
Alvise I Mocenigo Doge LXXXV, 1570-1577. Osella anno VII, 1576.
Ag gr. 9,25
Dr. Il Redentore, seduto a s., benedice il Doge genuflesso con la d. e gli porge lo stendardo con la s. la s., mentre il Doge si porta la d. al petto e con la s. indica il leone di San Marco alle sue spalle. Rv. Chiesa del Redentore alla Giudecca, ornata da colonne e statue, sul cui frontone figura il leone di San Marco.
CNI 252 var; Paolucci 58.

Molto Rara. Foro ott., saldatura. q. BB

Due furono gli eventi che maggiormente segnarono il dogato di Alvise I Mocenigo: le splendide feste organizzate per la visita di Enrico III di Francia e, poco dopo, la peste che colpì la città nell’estate del 1575. I Provveditori alla Sanità emanarono leggi estremamente restrittive sugli spostamenti dei cittadini e delle merci, per cui l'epidemia perse presto di vigore, e a dicembre fu permessa la riapertura delle scuole. Nella primavera successiva l'epidemia si diffuse nuovamente con virulenza raddoppiata, e quarantamila persone perirono, tra cui anche il pittore Tiziano. Per debellare il morbo si bruciarono tutti gli indumenti infetti, si isolarono i singoli quartieri e si vietò ai loro abitanti di lasciare per otto giorni le case. Con invocazioni e processioni si implorò il Redentore di liberare Venezia dal flagello ed il Senato assunse l’impegno di erigere una chiesa, quella rappresentata su questa osella, edificata ad opera del Palladio sull'isola della Giudecca e dedicata appunto al Redentore.
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