REGNO D’ITALIA - Vittorio Emanuele III, 1900-1943. - 5 Lire 1914 Roma, Quadriga briosa.
REGNO D’ITALIA
Vittorio Emanuele III, 1900-1943. 5 Lire 1914 Roma, Quadriga briosa.
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Dr. • VITTORIO EMANVELE III RE D'ITALIA • Semibusto del re in uniforme, con il collare dell'ordine della Santissima Annunziata, volto a destra. Nell'esergo, D • CALANDRA •. Rv. La figura dell'Italia elmata che, ritta sopra una quadriga briosa galoppante a sinistra, regge un ramo d'ulivo con la mano destra e uno scudo con la sinistra. Il carro è ornato con palme, ghirlande e FERT tra nodi d'amore; in basso, a sinistra, 1914, sopra la linea di esergo, a sinistra, D • CALANDRA • M • e, a destra, A • MOTTI • INC •. Nell'esergo, R (nodo d'amore) L• 5 (nodo d'amore) ✭.
Pag. 708; Gig. 72.

Molto Rara. Più che SPL

Autore: D. Calandra (diritto e rovescio); incisore: A. Motti (rovescio). 272.515 pezzi prodotti. Contorno: ✽ FERT ✽ nodo ✽ FERT ✽ nodo ✽ FERT ✽ nodo (in incuso) Chiaramente ispirata ai modelli classici, in primis le favolose emissioni siracusane, questo pezzo testimonia la passione di Vittorio Emanuele III per la numismatica. Formatosi studiando le monete dell'antichità classica e del Rinascimento, fin dal momento della sua ascesa al trono il giovane Principe di Napoli cercò di superare il modello ormai consolidato con la testa di profilo nel diritto della moneta e con lo stemma coronato dei Savoia al rovescio, non senza contrasti con l'anziano incisore capo della Zecca Filippo Speranza. Ottimo tecnico del bulino secondo i metodi artigianali del tempo, non fu facile trovare un compromesso per le primissime emissioni di Vittorio Emanuele III. Venuto a mancare Speranza, con Regio Decreto del 29 gennaio 1905 venne nominata una Commissione permanente tecnico-artistico-monetaria, il cui scopo era il rinnovamento artistico della monetazione italiana, rivolgendosi ad artisti affermati. Tale commissione diede l'incarico di preparare i nuovi modelli a quattro noti scultori italiani: Egidio Boninsegna, designato ai modelli per le monete in oro; Davide Calandra per l'argento; Leonardo Bistolfi per il nichelio e Pietro Canonica per il rame. La realizzazione delle prove venne affidata allo Stabilimento Johnson di Milano. Tra queste c'era il pezzo da 5 lire in argento tipo quadriga uscito dai modelli di Calandra dal quale deriverà il pezzo da 5 lire coniato nel 1914. La scena che rappresenta l'allegoria dell'Italia, stante su quadriga briosa, ornata di fiori e della scritta FERT, che tiene lo scudo nella sinistra e un ramo di ulivo nella destra venne modificata diverse volte da Calandra per migliorarne l'effetto di agilità e movimento. L'incisione fu affidata ad Attilio Motti e la tiratura fu di 272.515 esemplari. Lo scoppio della I Guerra Mondiale ha trasformato questo pezzo in una moneta rara e ricercata. Qualcuno scrisse che la rarità derivasse dall'affondamento, durante la guerra, di una misteriosa nave militare carica di casse contenenti queste 5 lire. Assai più realistico pensare che ; considerato l'alto contenuto d'argento ; le monete che uscirono dalle officine della Regia Zecca furono subito tesaurizzate e custodite in cassette di sicurezza. Col passare del tempo sono stati proposti sul mercato diversi esemplari, per cui la rarità è diventata relativa, ma la bellezza di questo scudo da 5 lire rimane indiscussa.
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